Occasione imperdibile per creare sviluppo
Sei anni davanti per spendere bene molti soldi e creare nuove occasioni di sviluppo. In estrema sintesi, quello offerto dal PNRR (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) è un appuntamento imperdibile per trasformare in opportunità storica l’uscita dalla crisi economica e sociale provocata dalla pandemia.
La leva fondamentale saranno i nuovi investimenti resi possibili dai fondi europei e dal cofinanziamento delle banche, che quindi avranno ancora una volta un ruolo decisivo nella messa a terra del Piano, sostenendo e accompagnando le imprese che operano in settori strategici (dalle costruzioni alle nuove tecnologie informatiche, dai trasporti alla manifattura, dall’elettronica all’energia pulita).
Molte di queste aziende innovative sono medio-piccole e devono attrezzarsi per sostenere investimenti robusti, oltre che aumentare le dimensioni per competere e integrarsi con il settore pubblico sui grandi progetti di sviluppo. In altre parole, per il pieno successo del PNRR, oltre ai fondi resi disponibili dal Governo e dall’Unione Europea, servono anche la volontà degli imprenditori e l’intervento del sistema bancario meglio attrezzato.
L’occasione, non replicabile, può fare da catalizzatore per accelerare l’attività delle banche che hanno un obiettivo chiaro: capitalizzare il loro incomparabile patrimonio di conoscenza del tessuto imprenditoriale del Paese. Il PNRR, oltre a offrire opportunità di pre e cofinanziamento che riguardano l’attività strettamente creditizia, consentirà infatti di svolgere una funzione preziosa di selezione, orientamento e consulenza a favore delle aziende che hanno le carte in regola per accedere ai fondi.
Non è una sfida semplice, ma può essere decisiva per un cambio di cultura e un aggiornamento dei modelli di business. Sicuramente gli Istituti meglio posizionati sono quelli che hanno adottato strategie per affrontare i temi della digitalizzazione e della transizione ecologica, in un’ottica di sostenibilità coerente con gli obiettivi del PNRR.
Tra l’altro il risultato di questa attività di consulenza può mitigare l’approccio inevitabilmente top-down del Piano con una significativa componente bottom-up, derivata proprio dalla conoscenza che le banche hanno delle realtà aziendali. Approccio bottom up significa partire dal basso, ovvero dal tessuto di buone pratiche presenti nel Paese: aziende digitalizzate e guidate da imprenditori dotati di visione, scuole capaci di rafforzare i percorsi industriali e professionalizzanti, amministrazioni pubbliche efficienti.
Tutto questo presuppone un lavoro capillare di ascolto, che non dovrà fare leva solo sui grandi gruppi industriali. Ci sono interi settori costituiti da aziende di medie dimensioni (ad esempio il biomedicale) che hanno molto da dire sulle esigenze di un’industria innovativa. Alle banche il compito di capirle, affiancarle e sostenerle, nell’interesse del Paese.